Zuppe, Creme, Vellutate e Passate | L’arte delle minestre in tutte le sue forme

10 Novembre 2024 | Autunno, Cucina, Inverno

Un mondo di sapori al cucchiaio

Con l’arrivo dei primi freddi, non c’è niente di meglio che portare in tavola un buon passato di verdure di stagione. Ma non dimentichiamo le zuppe, le vellutate e le creme: tutte preparazioni deliziose, ciascuna con le sue caratteristiche uniche, che spesso tendono a confondersi. Facciamo un po’ di chiarezza sulle differenze tra questi piatti, per scoprire come, pur partendo da ingredienti simili, possano offrire sapori, consistenze e sostanze così distinti.

Perchè si chiama zuppa

La parola “zuppa” deriva dal ceppo linguistico tedesco suppen, che significa “assorbire”, e si riferisce a tutte quelle preparazioni a base di brodo a cui viene aggiunto del pane, spesso raffermo o abbrustolito, tagliato a fette o a cubetti. Nelle zuppe, il pane può rimanere un elemento ben distinguibile, con pezzi dalla consistenza diversa, oppure può essere cotto fin dall’inizio insieme agli altri ingredienti, fino a diventare una sorta di “pappa” che perde completamente la sua consistenza iniziale. Questo passaggio trasforma il pane in un ingrediente che arricchisce il brodo, contribuendo a rendere la zuppa più densa e saporita.

Alcuni esempi classici di zuppe in cui il pane gioca un ruolo fondamentale sono la zuppa di cipolle francese, il minestrone italiano  dove il pane raffermo viene utilizzato per rendere il piatto ancora più sostanzioso. 

Qui di seguito una zuppa rustica della tradizione tedesca, semplice buona.

Qual è la differenza tra vellutata, crema o passato di verdura?

Vellutata e crema sono la stessa cosa? E il passato? Quanta confusione! Anche io, devo ammetterlo, mi sono spesso chiesta quale fosse la differenza tra queste preparazioni, trovandomi a usare i termini in modo intercambiabile. In realtà, però, si tratta di tre piatti molto diversi tra loro. Facciamo un po’ di chiarezza insieme: vediamo cosa distingue ciascuna di queste preparazioni e scopriamo i vantaggi e i benefici di ognuna.

Vellutate: L’equilibrio perfetto tra sapore e leggerezza

La vellutata è un piatto semplice a base di verdure, preparato con 2-3 ingredienti principali. Di solito, si parte da una verdura di stagione che costituisce l’ingrediente principale, a cui si aggiungono patate, cipolla o porri. Esempi tipici includono la vellutata di carote o di funghi, ma anche una combinazione di patate e porri può dar vita a una vellutata deliziosa. Una volta cotte, le verdure vengono frullate con un mixer ad alta velocità fino a raggiungere la consistenza “vellutata” che dà il nome al piatto.

Creme: Densità e gusto intenso

Le creme sono solitamente preparate con un singolo ingrediente principale, che può essere una verdura, un ortaggio o un legume. Dopo la cottura, l’ingrediente viene frullato e, per ottenere la giusta densità e cremosità, si aggiunge un roux, una miscela di latte, farina e burro. Il risultato è un piatto ricco, nutriente e gustoso, perfetto per far apprezzare a grandi e piccoli verdure e legumi.

Passato: La purezza del sapore autentico

Anche il passato è a base di verdure, ma la differenza principale rispetto alla vellutata sta nel metodo di preparazione: le verdure cotte vengono ridotte in crema utilizzando il passaverdure. Questo strumento consente di ottenere una consistenza liscia e omogenea, ma a differenza del frullatore, trattiene le fibre più grossolane. Per questo motivo, il passato è una scelta ideale per chi soffre di colon irritabile, gonfiore o meteorismo, in quanto risulta più digeribile.

Anche i legumi, se passati, diventano più facili da digerire. Il passato di verdure o legumi si sposa bene con pasta, riso o cereali come miglio, farro e orzo. Non è necessario aggiungere addensanti, ma una spolverata di parmigiano reggiano può arricchire il piatto, rendendolo ancora più saporito.

Quando una ricetta diventa comfort food

In conclusione, mentre zuppe, creme, vellutate e passate possono sembrare simili, ognuna ha le sue caratteristiche uniche che le rendono speciali e adatte a diversi momenti e gusti. Personalmente, trovo che la bellezza di questi piatti risieda nella loro versatilità: si possono preparare con pochi ingredienti e, pur restando semplici, sono capaci di regalare sapori intensi e confortanti. Che sia una vellutata leggera, una crema ricca o un passato più rustico, ogni piatto ha il suo fascino. E, cosa più importante, sono tutti un abbraccio caldo nei giorni più freddi, un modo per gustare la stagione e coccolarsi con cibi che fanno bene al corpo e allo spirito.

Ecco una tabella riassuntiva che mette in evidenza le principali differenze tra zuppe, creme, vellutate e passate:

Da sapere

La parola “minestra” ha un uso ampio e versatile: può riferirsi a un piatto in brodo con pasta, riso, verdure o legumi, ma anche a una versione asciutta, a un primo piatto in generale, e perfino, per estensione, a un intero pasto. La “minestrina” invece è una minestra leggera in brodo, arricchita con pasta di piccole dimensioni. Diverso è il minestrone, che si distingue per l’abbondanza di verdure miste, tagliate a tocchetti e cotte in acqua o brodo su una base di soffritto; può essere completato con pasta o riso e condito a piacere per esaltarne il sapore.